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Sulla strada incontriamo la tabella che già nei precedenti passaggi ci aveva incuriosito: Askos Stone Park. Decidiamo di seguirla; forse non è il caso di andare ancora in giro per spiagge. Dopo soli 2 km siamo lì. È un parco dove la pietra è protagonista, ma non da sola. Gli animali della fauna locale e quelli domestici che da sempre hanno accompagnato l'uomo nel suo lavoro in queste zone e le piante autoctone, sono la principale attrazione del posto. È un percorso di 900 metri che segue la gola tra due colline dove incontriamo in una pace bucolica dapprima daini e pavoni; poi capre di ogni tipo, pecore, gallinelle e galli cattivissimi. Ma anche tartarughe, pony, un asino e i conigli. Quando ci avviciniamo al recinto dei maiali per poco non ci roviniamo la vacanza. Come dicevo tutto è di pietra, a maggior ragione lo sono i sentieri. Nel caso dei maiali questi hanno il loro recinto in posizione elevata e bisogna quasi arrampicarsi. Stavano quasi tutti sonnecchiando ma come è noto questi possono anche essere aggressivi, pertanto mi muovo con cautela in un equilibrio precario. Improvvisamente una scrofa gravida, forse infastidita dalla nostra presenza, si muove. Io, sorpreso, mi sbilancio. Involontariamente eseguo una serie di movimenti per non cadere. Nonostante i miei sforzi cado sedendomi sul bordo della piccola scarpata; la macchina fotografica prende una sonora botta e finisce per terra nella mia mano. Non mi sono fatto nulla e la macchina neanche. Praticamente un miracolo! L'ipotesi più probabile era che io mi facessi seriamente male sugli spuntoni di roccia e che la macchina si rompesse pesantemente. Potevo addirittura restarci se mi fossi appoggiato all'esile e malferma staccionata; avrebbe ceduto senz'altro ed io sarei caduto da solo 2 mt ma su un terreno irto di spuntoni di roccia.
Continuiamo il nostro giro, appunto, come miracolati. Passiamo da quelli che per me sono i procioni (non ricordo il nome che qui gli danno) che fanno parte di quelli animali che il parco ospita e che qui si sono adattati, pur non facendo parte della fauna locale. Sono in una gabbia e si protendono con le loro ungulate manine per prendere il cibo dalle mani di Maria. Più avanti c'è anche quello che a noi sembra un lama. Il pastore, ormai è evidente, vuole un regalino, lo fa tenere con una corda a Maria ed io scatto delle foto con il telefono, visto che la batteria della macchina fotografica mi ha lasciato.
Terminiamo il giro al tramonto. Arrivati alla casa all'ingresso del parco, salutiamo il cane "Albano", i numerosi gatti e la signora che credo sia la custode.
Rientriamo senza problemi.
Per cena torniamo al ristorante "Amboula".. Anche stavolta lo raggiungiamo dalla spiaggia. C'è parecchio vento e fa freschetto. Faccio una corsa alla nostra tenda per i golf. Il ristorante si conferma una buona scelta e, soprattutto ha dei dolci buonissimi.
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