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La notte è stata per me piuttosto tribolata. Il caldo è stato opprimente, poi, il timore di non svegliarmi al suono della sveglia ha fatto si che mi svegliassi ripetutamente. Non credo di aver dormito, in totale, per più di tre ore. La sveglia mi coglie già sveglio. Maria non dà problemi. Iniziamo lo smontaggio. L'incremento dei bagagli, tipico dei ritorni, appare irrisolvibile. Fortunatamente mi viene l'idea di trovare una soluzione per i sacchi a pelo. Provo ad attaccarli al borsone posteriore con l'aiuto della rete e di un paio di lacci. Ci riesco; mi pare un'ottima soluzione, già immaginata ma mai realizzata. Ale 9,00 dopo un veloce saluto ai romani, partiamo. In orario sulla tabella di marcia. Maria non è comunque contenta avrebbe voluto partire ancor prima. Siamo a Zakynthos in pochi minuti. Al porto facciamo i biglietti subito e..... Aspettiamo. La tratta Zante-Killini è senza problemi. Io scrivo quasi sempre; questo diario è quasi una condanna! Sbarchiamo, fa caldo ma subito prendiamo la via di Patrasso. Ci vorrà un'oretta. Il traffico è molto maggiore che all'andata; dopotutto è il rientro per moltissime persone. Ci sono semafori lungo la strada e siamo costretti a soste "bollentissime". I cantieri stradali con i loro tratti su sterrato (incredibile!) aggiungono altro disagio. Un vento che si fa abbastanza sostenuto è però forse l'elemento più spiacevole. Maria è in tensione, in maniera esagerata visto che la moto sembra non essere molto sensibile al vento. Tutti questi elementi fanno sii che la velocità di percorrenza non superi gli 80 km orari. A Patrasso non abbiamo difficoltà a raggiungere il porto ne a fare il check-in alla Endevour Line.
Saliamo su con il giusto anticipo sull'orario di partenza, subito cerchiamo il nostro posto, ovviamente all'aperto. Il caldo è ora opprimente ed io che indosso jeans e scarpe da ginnastica soffro stoicamente. Fortunatamente maria ha pensato bene di portare con il bagagkio a mano i suoi sandali. La sua insofferenza per il caldo ai piedi sarebbe diventata la mia sofferenza ad ascoltarla.
Quasi tutti si sono precipitati all'interno alla ricerca di fresco; il bar e gli spazi di sosta e ristoro sono quindi diventati dei bivacchi assurdi, un vero carnaio. Materassini e sacchi a pelo ovunque. Noi, invece, sempre esclusivi, cerchiamo sempre camre con terrazza vista mare; posti caldi, certamente ventosi ed a volte rumorosi ma rigorosamente a contatto con il mare e con la nave. Si la nave che con i suoi odori e gli imperativi elementi naturali ti accompagna nel suo viaggio "naturalmente" lento.
La nostra ricerca ha subito successo, un bel "posticino", così come lo chiama Maria è a noi riservato sulla fiancata destra, proprio dietro una rientranza. Per il momento fa caldo ma stanotte staremo meglio.
Partiamo con un'ora di ritardo. io assisto alle complesse manovre che grazie a numerosi egrandi argani elettrici permettono a questi bestioni di legarsi e staccarsi dalle banchine. Le grosse gomene si svolgono ed a volte si riavvolgono coordinate da ordini esperti e collaudati. Il gigante è in mare. Degli incendi sulle già brulle colline riempiono l'orizzonte alla nostra destra di fumo. Siamo ormai in mare, sia pur a poche miglia dalla costa, e fa ancora caldo. Il posto scelto è ottimo c'è venticello ma non bufera. La stanchezza e la mancanza di sonno possono ora lasciarsi andare. Maria è stanca anche se ha dormito più di me. Le preparo il "giaciglio" ed in pochi minuti dorme. io cerco di scrivere un po' ma il sonno prende anche me; sonnechio scomodamente sulla poltroncina di plastica.
È il tramonto e siamo entrati in porto. Dove siamo? Icoumenitza? Forse. però è troppo presto. Una lunga fila di auto sale sulla nave cghe credevamo già al completo. Apprendiamo da un nuovo arrivato che siamo a Sami, a Cefalonia. Che bella! Nel '97 siamo stati proprio qui in campeggio e ricordiamo spesso quella vacanza con particolare piacere. Il sole arrossa le cime delle montagne sovrattate da rotori eolici. L'imbrunire è magico!
Ceniamo rasando a zero tutte le riserve di cibo che sono comunque poca cosa: un rustico comprato a patrasso, biscotti e acqua. Vorrei tanto una birra ma qui sono dei veri ladri e questa soddisfazione non gliela concediamo. In effetti io avrei gradito un'ultima cenetta para-normale ma siamo rimasti con 25,00 euro e spicciolini. 20,00 euro Maria li dedica alle inutili e dannose sigarette e con 5 euro si fa poco. Il nostro fallito tentativo di riscuotere dal bancomat sulla nave ci toglie ogni velleita di lussi gastronomici. È meglio andare a dormire. Sono le 23,20 ed io mi gonfio il mio materassino. La maggior parte è dentro quasi gli uni sugli altri noi e gli altri ultimi e "fortunati" clienti della nave siamo in camere con vista mare.
Durante la notte ci fermiamo ad altri due porti, sicuramente Icoumenitza e Kerkira. Altra gente sale ma non ci muoviamo dalla nostra esclusiva suite.
Alle sette e mezza ora italiana, ora prevista d'arrivo sia beatamente ancora in navigazione. E, devo dire, mi fa piacere. Facciamo tutto con calma e pian piano, dopo un nescafè in un po' d'acqua siamo pronti a sgonfiare, aspirare, piegare, etc.
Sono le 9,30 italiane, siamo a Brindisi. Scendiamo in garage e aspettiamo lì una buona mezz'ora prima di riuscire ad uscire. Fa caldo.
Ci immettiamo sulla strada statale verso Bari ed una coda di auto subito ci fa capire di che tipo sarà il rientro. Caldo, trafficato, relativamente pericoloso.
Procediamo ora a passo d'uomo, ora un po' più veloce. Dopo pochi Km ci fermiamo per una colazione come si deve e per fare rifornimento di benzina. La corrente non c'è e il cappuccino caldo anche. Ci accontentiamo di un cappuccino freddo e dopo più di mezz'ora di sosta riprendiamo la strada.
Il traffico si è fatto più scorrevole anche se ancora intenso. Arrivati a Bari decidiamo di prendere la S.S. 98 dovrebbe essere poco trafficata; la maggior parte dei veicoli si dirige verso l'autostrada. Così è in effetti. Sono circa le una e mezza quando varchiamo il cancello di casa; non c'è nessuno ad accoglierci. Quanto è lontano (o vicino) il tempo in cui ad accoglierci c'era il sorriso di papà che ci veniva incontro al cancello? Chi compenserà l'innegabile tristezza per una vacanza che finisce?
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