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Mi era sembrato che le cicale locali non fossero particolarmente mattiniere. Ebbene, mi sbagliavo di grosso; si può dire che iniziano a frastornarci quasi dal sorgere del sole. Addirittura, alcune cantano anche di notte ingannate dalle luci, neanche intense, che sono sparse qua e là nel campeggio. Fortunatamente ci si fa subito l'abitudine e il sonno di Maria non sembra soffrirne.
Oggi si va a sud-est dell'isola, a Capo Gerakas dove ci sono i nidi di tartaruga.
Dopo il solito passaggio dalla città di Zante, percorrendo strade dal piacevole panorama, giungiamo al capo. Degli addetti alla sorveglianza dell'area protetta ci danno brevemente disposizioni sui divieti da osservare. Dobbiamo attenerci al percorso indicato e mantenerci nei pressi della riva.
L'ingresso alla spiaggia è leggermente più elevato e permette una visione di tutto l'arco della spiaggia. È molto bella e selvaggia nonostante la gente non sia poca. L'arenile sarà profondo una trentina di metri ed al suo margine posteriore si eleva in una duna ricoperta di vegetazione bassa. Alle spalle, verso sinistra, direttamente collegata alle dune si erge un costone di roccia stratificato su un livello inferiore di colore grigio chiaro con tonalità bluastre che sembra calcareo (ma non ci giurerei viste le mie scarse conoscenze geologiche) ed uno superiore di arenaria, più scuro, di tonalità rossastra. L'effetto cromatico è molto interessante. All'ingresso, sempre alle spalle della spiaggia, predomina un conglomerato color crema composto di sabbia e pietre. Disseminati sulla spiaggia i nidi delle tartarughe segnalati da rudimentali supporti a forma di cestino rovesciato. Che bello pensare che a pochi metri da noi battono migliaia di cuoricini di potenziali tartarughe.
Il sole è cocente anche perché sono l'una e mezza. Siamo subito in acqua che è stupenda e calda. Il fondale è basso e per arrivare a non toccare il fondo occorre allontanarsi di un centinaio di metri. Iniziamo subito con il nostro repertorio arricchito quest'anno dagli iPhone e dalle custodie impermeabili con le quali proteggerli e fare foto in acqua. Era da tanto che volevo cambiare punto di vista nelle riprese. Con un po' di titubanza porto il mio telefono in acqua; nonostante i collaudi non vorrei mai che si bagnasse. A parte la difficoltà di vedere lo schermo con l'intensa luce che c'è ed i riflessi generati dalla plastica della custodia, ci divertiamo molto. Riprendo Maria pesciolina nei suoi comicissimi tentativi di immersione e nelle sue performance natatorie. L'acqua è di un verde bellissimo ed i riflessi del sole producono effetti stupefacenti. Tutto questo divertirsi fa sì che Maria non si accorga di aver perso la nostra preziosissima pallina "waboba" che teneva negli slip del costume. È inutile dire che mi arrabbio parecchio e Maria pare molto dispiaciuta. La cerchiamo dove la corrente avrebbe potuto portarla. Dopo più di mezz'ora di ricerche desistiamo.
Io scrivo sempre e Maria prima legge poi decide di farsi una passeggiata lungo tutto l'arco della spiaggia. Succede che torna con la famosa pallina!! Nella ricerca di funghi, oggetti dispersi o conservati chissà dove è ineguagliabile!!! L'umore torna subito al
meglio (potrà sembrare strano che ciò accada per una semplice pallina) e facciamo un bel bagno lungo ovviamente con pallina. Il sole è più basso e la luce ancor più bella, tra non molto ci sarà il tramonto. Arriva, magico e tranquillizzante come sempre. La gente è in buona parte già andata via ma per noi è il momento più bello e cerchiamo di sfruttarlo appieno. Questa volta però non ci attardiamo oltre, come di solito. La moto è al parcheggio e non si sa mai..... D'altro canto di qui a pochi minutii il personale di sorveglianza ci avrebbe obbligato comunque ad andare visto che qui è permesso sostare solo fino al tramonto. Da quest'ora in poi sono più frequenti le schiuse di tartarughine.
Torniamo al camping in orario più ragionevole, quindi doccia (ieri era saltata per il rientro notturno), vestizione e......, riscendiamo in spiaggia. Questa volta è quella del camping, intendiamo raggiungere una taverna lungo la spiaggia a non più di 100 metri di distanza. È bello arrivare dal mare. Se avessimo scelto la via di terra avremmo dovuto percorrere più di un km. Mangiamo bene e non paghiamo molto. Finalmente una moussakka! Concludiamo con un dessert molto particolare, un dolce al cioccolato di origine libanese accompagnato da gelato.
Torniamo al camping appagati e contenti per la giornata; il posto dove abbiamo trascorso la giornata, la pallina ritrovata e la cena in tutta tranquillità hanno prodotto un buon risultato.
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